Progetti

Il nostro approccio alla cura si articola con dei progetti individuali e gruppali integrati.

Di seguito i progetti portati avanti negli ultimi anni.


L’elemento che unisce tutte le attività svolte durante l’anno è l’organizzazione di laboratori creativi, che portano alla conclusiva rappresentazione di uno spettacolo teatrale.

Questo momento è estremamente importante per i ragazzi e per tutta l’equipe: infatti è il risultato di un percorso di cura, di relazione, di espressione di parti di sé.

Il tema dello spettacolo ha spesso origine da una domanda che viene trattata e analizzata per poi essere resa un copione e rappresentata.

La costruzione del progetto ha una finalità di cura e di crescita, il pensare, strutturare e mettere i pratica un lavoro, insieme ad altre persone, è una delle esperienze più formative ed arricchenti che i ragazzi possano sperimentare.

La condivisione del lavoro svolto, tramite una messa in scena pubblica, è altresì un momento di grande valore sia affettivo che sociale.


L’esperienza del distanziamento sociale emersa con la pandemia, che in generale è stata un’eccezione alla quotidianità, è spesso la “normalità” per le persone con fragilità mentali, con un portato di sofferenza che è ancora più rilevante in età adolescenziale.

Per questa ragione abbiamo così deciso di attivare un progetto che ha come manifesto obiettivo l’integrazione sociale.

Con il coinvolgimento di studenti delle scuole superiori, all’interno di un percorso di alternanza scuola-lavoro, abbiamo dato vita a un laboratorio teatrale nel quale gli adolescenti del centro e gli studenti, possano maturare una comune esperienza di confronto e di crescita.

Non si tratta, ovviamente, di uno spazio autogestito da ragazze e ragazzi, ma di un’esperienza condotta dagli operatori del centro clinico, con l’ausilio di esperti tecnici di laboratorio.

Questa esperienza permette ai pazienti di misurarsi con le difficoltà del confronto e dell’interazione con i propri coetanei, rimanendo in un contesto protetto e noto.

Al momento “laboratoriale” comune, ne segue uno più specificamente di cura, tramite una rielaborazione individuale che consente ai ragazzi ospiti del centro di prendere consapevolezza e di elaborare strategie per facilitare il proprio vivere in comunità.

Cuore del progetto sono i settimanali incontri nei quale ai nostri ragazzi, insieme agli studenti coinvolti, viene chiesto di confrontarsi per la costruzione di uno spettacolo teatrale.

Si tratta di un lavoro creativo di brainstorming che trova nell’incontro settimanale una sintesi anche delle elaborazioni maturate nel corso della settimana.

Questa attività non è solo un “pretesto” clinico, ma è anche un progetto di creatività e di realizzazione. È per questo motivo che sarà prodotto un vero e proprio spettacolo che andrà in scena su un palco di un teatro la prossima estate. Sarà un momento di restituzione collettiva del lavoro fatto e di condivisione degli obiettivi realizzati.


Dal 10 giugno al 15 luglio i ragazzi del centro possono partecipare ad un’esperienza diversa, nella quale i progetti riabilitativi vengono momentaneamente sostituti da attività ricreative.

Queste attività sono organizzate in modo tale che i nostri utenti possano fare esperienze nuove, dalla passeggiata in montagna, a Gardaland, dalla visita ad un museo al laboratorio di Capoeira.

L’isola estiva si completa con una micro vacanza in campeggio, dove i nostri ragazzi dormono fuori e vivono per tre giorni insieme.

Grazie alla gentile donazione di QC Terme Milano, l’anno scorso alcuni dei nostri ragazzi hanno potuto passare due giorni da sogno alle Terme di Bormio


Negli ultimi anni si è osservato un incremento della sofferenza psichica particolarmente nei giovani della fascia di età adolescenziale, periodo della vita di grande instabilità e di fisiologici cambiamenti, che necessita di contesti ambientali continuativi e sicuri. Certamente le chiusure delle scuole e dei luoghi di socializzazione legate alla pandemia Covid-19 hanno grandemente influito nell’ampliare tempi e forme della crisi adolescenziale.

Il Servizio Sanitario Nazionale non riesce a garantire una disponibilità di cura psichica nel pubblico sufficientemente rapida ed efficace (a causa dei grandi numeri e delle scarse risorse, non della bontà o meno dei servizi). Una presa in carico diagnostica di un’adolescente può richiedere un anno di attesa e quella psicoterapica anche due. Questa gestione dei tempi può portare a situazioni acute che richiedono ricoveri (e anche le psichiatrie, per non parlare delle neuropsichiatrie infantili, sono stracolme) oppure a convivere con dolori che diventano cronici. È pur vero, per non essere catastrofici, che talvolta le risorse personali dei giovani portano a trovare autonomamente soluzioni, ma ciò accade non senza fatica e non sempre.

Il Progetto Una seduta ‘sospesa’ propone a chi ne ha il desiderio e la possibilità di donare una seduta di psicoterapia (o pacchetti di più sedute) al prezzo minore possibile, per coloro che non possono in nessun modo permettersele e ne hanno urgente bisogno.

Quindi, donando 35 euro si può mettere a disposizione una seduta di psicoterapia per un soggetto in grande difficoltà che non può curarsi. 


Il progetto per ragazzi con Disturbo dello spettro autistico si sviluppa in 5 pomeriggi alla settimana dalle 13.30 alle 18.30. Due giornate sono dedicate allo svolgimento di attività in gruppi più ampi, in modo da favorire un’integrazione con ragazzi con caratteristiche differenti rispetto a quelle dei ragazzi con Disturbo dello spettro autistico, cercando di sviluppare diverse competenze, in modo particolare le abilità sociali.

Durante queste attività vengono organizzati anche laboratori individuali, relativi maggiormente alle difficoltà di ognuno.

Nelle restanti 3 giornate vengono organizzate diverse attività in molteplici contesti pubblici esterni alla nostra struttura, come la piscina Bacone di Milano, l’oratorio Kolbe di viale Corsica, diversi cinema, musei, ludoteche della zona, nelle quale i ragazzi possono imparare a stare in contesti esterni, a muoversi sul territorio e a interagire con situazioni quotidiane differenti.

Gli obiettivi del progetto vengono pensati in base alle esigenze e alle difficoltà di ciascun ragazzo. Tutti i progetti individuali hanno come obiettivo l’acquisizione di abilità sociali e di abilità quotidiane.

Una parte di queste competenze viene acquisita attraverso laboratori individuali per alcuni ragazzi che hanno più difficoltà dal punto di vista della strutturazione psichica e hanno bisogno di un contenimento esterno più forte. A questo riguardo viene svolto un lavoro di token economy, in base al quale le regole vengono strutturate e poi applicate attraverso l’aiuto di una ricompensa nel momento in cui sono riusciti a svolgere in modo adeguato tutte le attività.

Una parte di queste competenze invece viene acquisita attraverso laboratori di gruppo nei quali vengono utilizzate delle storie sociali, vengono svolte attività di coordinamento corporeo, attività sulle emozioni e sulle espressioni delle emozioni tramite la musica, il corpo, la danza.


L’Italia è uno dei paesi europei con il tasso di abbandono scolastico più alto: quasi il 20% dei giovani italiani (il 5% in più rispetto alla media europea in base ai dati Eurostat) lascia la scuola senza conseguire un diploma di istruzione superiore. La riduzione dell’abbandono scolastico è uno dei cinque obiettivi chiave del piano decennale per la crescita dell’Unione Europea. Infatti, in una prospettiva di social investment, puntare sul capitale umano costituisce una strategia efficiente per prevenire i rischi di futuri svantaggi nel mercato del lavoro.

Il progetto L’abbandono scolastico intende occuparsi di quelle situazioni in cui il ritiro è già avvenuto, in cui sembra impossibile recuperare i soggetti che non vanno più a scuola.

I ragazzi di cui ci occupiamo sono spesso chiusi in casa, la decisione di non frequentare più la scuola si accompagna ad una impossibilità di vivere in modo normale ogni elemento dell’esistenza. Il fallimento non è solo sul piano didattico, ma anche su quello sociale e personale. L’immagine del Sé diviene sempre più fragile o onnipotente ed in entrambi i casi il contatto con la realtà diviene intollerabile.

La presa in carico di queste situazioni è molto complicata e non vi sono servizi sul territorio che offrono una soluzione intermedia al ricovero ospedaliero.  L’Isola che non c’è offre un progetto di intervento integrato che mira, tramite un lavoro di rete e di contenimento, ad una presa in carico senza ospedalizzazione. Non ospedalizzare un adolescente è un elemento importante, se può essere effettuato, per una cura e riabilitazione dell’individuo. Il vantaggio non è solo sulla persona ma anche sulle spese. Infatti, un ricovero ha costi molto elevati sia per il servizio pubblico che privatamente. 

Il modello di intervento che utilizziamo è un modello integrato. La presa in carico di situazioni gravi non può essere soltanto psicoterapeutica, anche se è indispensabile per la cura. È fondamentale un sostegno quotidiano individuale di tipo psico-educativo, un intervento gruppale educativo, una presa in carico delle abilità cognitive, un progetto di reinserimento in un circuito scolastico (lavoro di rete con scuola, servizi, famiglia). Tutto ciò supervisionato e progettato attraverso un progetto riabilitativo individualizzato.

Questo progetto si articola in alcuni passaggi:

1. La formulazione di un progetto, tramite i colloqui anamnestici con genitori e una prima conoscenza del ragazzo è il primo passo verso l’impostazione di un intervento integrato:
– Raccolta anamnestica con genitori-psicoterapeuta;
– Osservazione del ragazzo a domicilio da parte del responsabile educativo del progetto (supervisione con terapeuta e progettazione intervento);
– Intervento educativo domiciliare, attività sul sé (supervisione con terapeuta e progettazione intervento).
– Invio per psicoterapia o trattamento farmacologico laddove necessario e non presente.

2. Una volta creata la relazione, lo si introdurrà al Centro per adolescenti in momenti in cui potrà conoscere spazi, operatori e attività, preservando l’individualità dell’intervento.

3. Successivamente si procederà con l’inserimento graduale in un piccolo gruppo e poi in uno più ampio. Si comincerà il lavoro di potenziamento cognitivo e verranno formulate ipotesi sulle possibilità future.
– Esperienza condivisa: inserimento in piccolo gruppo;
– Partecipazione al laboratorio (gruppo dei pari ed educatore);
– Progetto individuale di recupero scolastico (ragazzo ed educatore);
– Rete con la scuola e constante supervisione con terapeuta.

4. Come ultimo passaggio si cercherà di reinserire il giovane nel contesto sociale esterno.
– Progettazione ed attivazione di esperienze di graduale re-inserimento sociale, partecipazione a cene, feste, gite, mostre.


Il progetto ponte è stato pensato per permettere ai ragazzi che hanno raggiunto la maggiore età un passaggio graduale dalle strutture dell’età evolutiva alle strutture per adulti. Spesso i nostri utenti non sono ancora pronti a questo passaggio e si rende necessario un graduale processo di accompagnamento alla vita adulta.

Attraverso la strutturazione di progetti specifici, offriamo diversi servizi di accompagnamento, finalizzati al graduale inserimento del ragazzo in strutture di cura, lavorative e ricreative, in grado di costituire una solida rete di appoggio:
– inserimento lavorativo;
– inserimento in strutture per adulti (servizi sociali, centri diurni, cps e altri servizi di psichiatria presenti sul territorio);
– graduale separazione dalla struttura con progressiva riduzione del sostegno;
– sviluppo di autonomie.