Storia

L’Isolachenonc’è ONLUS nasce nel 2008 come un progetto dell’A.R.P.A. Volontariato, un’associazione senza fini di lucro fondata nel 1987 dal Prof. Cesare Musatti e dal Dott. Rodolfo Reichmann, indirizzata anche a pazienti non abbienti, che si occupa della gestione diurna (il Centro Diurno è stato creato nel 1992) di pazienti portatori di malattia psicologico-psichiatrica, inviati al centro dagli ospedali, dai Cps e dai centri di terapia convenzionati.

Attraverso il progetto Isola che non c’è, viene offerta questa opportunità ad un target specifico di minori con disagi psichici e con disturbi dello sviluppo nei periodi della pubertà e dell’adolescenza al fine di salvaguardarne le potenzialità naturali di crescita nel corso della loro prima formazione e dell’intera età evolutiva.
L’Associazione “l’isolachenonc’è” ONLUS ascolta ogni giorno ragazze e ragazzi tra gli 11 e 18 anni e offre risposte concrete alle loro richieste di aiuto, anche attraverso la collaborazione con istituzioni, associazioni e altre realtà territoriali.

L’isolachenonc’è si fonda su un’impostazione teorica di riferimento di tipo psicodinamico con orientamento psicoanalitico e relazionale. L’obiettivo è quello di fornire un ambiente buono e contenitivo, che permetta al ragazzo che arriva di sentirsi accolto, eventualmente di poter regredire, per sperimentare relazioni autentiche e di fiducia, per imparare a entrare in contatto con gli altri in modo vero. Dopo aver creato una sufficiente sicurezza in se stessi, si può lavorare sulla tolleranza alla frustrazioni, o sulle problematiche specifiche del ragazzo.

Fondamentale è il contributo teorico di Winnicott , secondo il quale il raggiungimento dell’indipendenza implica un ambiente interiorizzato, una capacità del giovane di badare alle proprie necessità, di affrontare il mondo e la sua complessità, di vivere un’esperienza personale soddisfacente pur essendo coinvolto nelle vicende della società.

Altri importanti riferimenti teorici sono quelli offerti da Bion ed il concetto di “contenimento”; il modello di Senise e De Vito sulla terapia breve con gli adolescenti che utilizza elementi di tecnica psicoanalitica in contesti dal setting non classico; il pensiero di Zapparoli riguardo la visione della patologia psichiatrica.